Inaugurazione della mostra : la Urbanina, l’auto elettrica da città sviluppata e prodotta in Toscana 60 anni fa

Inaugurazione della mostra : la Urbanina, l’auto elettrica da città sviluppata e prodotta in Toscana 60 anni fa
3 Giugno 2025 – ore 11.00 – Regione Toscana piazza del Duomo
interviene il Presidente Eugenio Giani
La URBANINA (1965 – 1971) – Pensata – Sviluppata e Prodotta in TOSCANA per la mobilità elettrica e sostenibile.
Antesignana – ma dimenticata – della mini-auto elettriche di oggi che circolano nelle nostre città.
Un altro esempio della creatività toscana, troppo avanti nei tempi per essere compresa ed apprezzata.
Come vogliamo – oggi – l’ auto da città ? Elettrica e facilmente ricaricabile, compatta per muoversi nelle strade cittadine e per il parcheggio, due posti e carrozzeria modulare estate/inverno. Proprio come le mini-auto (come Birò, Ami, Rocks-e, Topolino, Smart EQ, Microlino, Xev JoJo, ecc.) che si diffondono – oggi – nei centri delle nostre città
L’antesignana di queste vetture è nata proprio in Toscana, 60 anni fa, nella villa settecentesca di Poggio Adorno, tra Santa croce, Castelfranco di Sotto e Fucecchio, due innovatori ebbero la intuizione di quella che sarebbe stata l’ideale auto da città: il marchese Pier Girolamo Bargagli Bardi Bandini e il geniale tecnico Narciso Cristiani che progettarono, omologarono e costruirono in serie la loro auto elettrica per la mobilità cittadina che chiamarono, appunto, “Urbanina”.
Una mini-auto per la mobilità alternativa nelle strade delle città più trafficate, trovando parcheggio anche negli spazi più ridotti e soprattutto ad inquinamento zero, in un mondo con una coscienza ambientale ancora da sviluppare.
Purtroppo, come spesso avviene, le idee troppo innovative non furono comprese e l’avventura della Urbanina terminò all’inizio degli anni ’70 – dopo aver prodotto circa 500 vetture – con la cessione del know-how, delle attrezzature e dei brevetti alla Zagato che carrozzò l’ultima versione della Urbanina: la “Milanina”, prodotta in circa 40 esemplari, uno dei quali – perfettamente restaurato e funzionante – verrà esposto in piazza del Duomo il 2 Giugno e poi nei locali della Regione.
Troppo innovative le soluzioni proposte dalla Urbanina rispetto alle tecnologie dell’epoca, sia nella elettronica che nelle batterie, ma soprattutto troppo futuristica la visione di una mobilità elettrica, sostenibile ad inquinamento zero, in un periodo dove impatto sull’ambiente della mobilità ottenuta bruciando i combustibili fossili non era certo una priorità. E sulla Urbanina e sui suoi inventori, è caduto l’oblio.
La mostra è curata dalla Associazione “L’auto elettrica tra passato e futuro”. L’associazione è nata nel 2018 dall’entusiasmo di un gruppo di appassionati con la Presidenza di Don Andrea Pio Cristiani, figlio di Narciso progettista della Urbanina e fondatore del Movimento Shalom. Gli obiettivi della Associazione sono quelli di preservare e divulgare il ricordo della Urbanina, dei suoi inventori e di coloro che vissero l’avventura della Urbanina, raccogliendo documenti e testimonianze. Importante è anche l’attività di ricerca e di restauro delle pochissime Urbanine che sono arrivate fino a noi. L’Associazione ha promosso conferenze e mostre ed ha anche pubblicato un libro, “La nostra Urbanina. Avanguardia d’altri tempi” il cui ricavato dalle vendite è devoluto al Movimento Shalom.
Scopo della mostra è quello di far conoscere al pubblico la Urbanina e i suoi inventori, contestualizzando l’epoca in cui l’dea si è sviluppata (quindi con la tecnologia e la coscienza ambientale di 60 anni fa) e focalizzando sulla “visione” – sia sociale che tecnica – dei due inventori troppo avanti per il loro tempo.
La mostra si sviluppa come un “percorso” che il visitatore percorre seguendo, passo dopo passo, l’iter del progetto con lo sviluppo dei vari modelli. Si evidenzierà quindi quanto di quello “pensato” per la Urbanina si trova nelle auto elettriche di oggi. Il modello “Urbanina Milanina”, l’ultima serie prodotta con carrozzeria disegnata da Zagato, resterà esposto durante tutta la durata della mostra.